Il metodo ufficiale di analisi di tipo sensoriale, riconosciuto per legge nell’Unione Europea, è il cosiddetto panel test messo a punto dal COI, Consiglio Oleicolo Italiano. Tale procedimento viene effettuato da un gruppo di assaggiatori qualificati e permette di individuare eventuali difetti nell’olio e classificarlo. L’assaggio ufficiale si divide in due fasi: l’esame olfattivo e l’esame gusto-olfattivo. La parte visiva viene invece esclusa, poiché potrebbe condizionare la valutazione: infatti, l’olio viene assaggiato in bicchieri di vetro scuro, solitamente blu cobalto.

Proviamo ad assaggiare insieme un olio extra vergine e tentare di riconoscere e apprezzare tutte le sue note olfattive e gustative…iniziamo!

  1. Versa due cucchiai di olio in un bicchierino.
  2. Tieni coperto il bicchierino e riscalda il fondo con le mani, al fine di sprigionare tutte le sostanze volatili dell’olio extra vergine.
  3. Una volta riscaldato il fondo del bicchiere tra le mani, avvicina il bicchiere al naso e fai 2-3 inspirazioni.
  4. Memorizza i profumi che hai percepito e prova a definirli in maniera positiva o eventualmente negativa.
  5. Conclusa la prova olfattiva, si procede ora con quella gustativa. Metti in bocca un sorso d’olio e distribuiscilo per bene in tutta la cavità orale, affinché vengano coinvolti tutti i recettori della bocca e si possano percepire le sensazioni di amaro e piccante. Prima di deglutire, aspira l’aria tra i denti 2-3 volte (strippaggio).
  6. Cerca ora di confrontare gli odori e i sapori percepiti con quelli che conosci maggiormente, piacevoli o sgradevoli. Fidati dei tuoi sensi ed esprimi un giudizio!

 

Un olio extra vergine di buona qualità ha un profumo che può ricordare l’oliva fresca o la foglia dell’ulivo, l’erba appena tagliata, il pomodoro verde o maturo, il carciofo, la mela, la mandorla, la frutta fresca o matura. Risulta inoltre un po’ amaro e provoca un leggero pizzicore in gola: queste ultime due sensazioni sono attributi del tutto positivi  e dovuti alla presenza di sostanze antiossidanti.

 

Un olio cattivo, invece, non ricorda l’oliva fresca, l’erba o le foglie. Non è amaro né piccante e ha odori sgradevoli, dovuti ai principali difetti dell’olio: ad esempio, rancido (ricorda il prosciutto andato a male), muffa, riscaldo (odore che ricorda le olive in salamoia). In questo caso, è possibile che l’olio sia stato conservato male oppure che sia stato ottenuto da olive di cattiva qualità.

Valori e Qualità

Per un’ottima frittura a casa, è bene seguire alcune semplici regole:

  1. Asciugare bene l’alimento prima di friggerlo;
  2. salare solo dopo la frittura;
  3. sostituire l’olio ad ogni frittura;
  4. evitare di aggiungere olio fresco a quello usato: molto meglio cambiarlo del tutto, quando assume un aspetto torbido e imbrunito;
  5. aver cura che l’alimento sia ben immerso nell’olio bollente: i migliori fritti, infatti, si ottengono immergendoli completamente nell’olio. Le pietanze devono essere immerse nell’olio soltanto quando questo ha raggiunto temperature elevate (circa 170/180°C). In assenza di un termostato, si può immergere nell’olio un pezzetto di alimento: se attorno ad esso si sviluppano bollicine che producono un leggero sfrigolio, la temperatura è ideale per la frittura. L’olio bollente formerà così una leggera crosticina, che impedisce che l’alimento si impregni eccessivamente d’olio;
  6. non friggere quantità eccessive di alimento in una volta sola, ma una quantità adeguata al volume della pentola o della friggitrice;
  7. una volta fritto l’alimento, tamponare con carta assorbente l’olio in eccesso.